Come si sta trovando e come sta fisicamente?
“L’impatto è stato molto positivo, non mi aspettavo un gruppo così coeso. È come se fossi qui da un anno per come mi hanno accolto. Arrivo da un periodo in cui sono stato fuori rosa al Torino, la società e l’allenatore avevano ritenuto fosse meglio così per la mia situazione, e quindi fisicamente sono più indietro rispetto alla squadra. ho svolto allenamenti prettamente atletici, ho lavorato poco col pallone. Occorre del tempo perché torni a regime, piano piano ci sto riuscendo: in questo momento conta evitare problemi fisici”.
Tornerà a disposizione dopo la sosta?
“A pieno regime sì. Il mister domenica farà le sue scelte”.
Il Verona ha bisogno della sua fantasia.
“Non ci sono solo io, ci sono altri giocatori come Hrustic, Kallon, Lazovic che ha fatto molto bene quel ruolo. Spero di dare una mano quando sarò chiamato in causa”.
Cos’è successo con Juric?
“Niente, non ho mai avuto problemi con lui, siamo sempre andati d’accordo. È una persona particolare, ma se ha qualcosa da dirti te la dice in faccia. Lo scorso anno ho avuto un po’ di infortuni, e io ho preferito andare a rimettermi in gioco a Salerno, perché avevo bisogno di risentirmi vivo e risentirmi giocatore. Quest’estate avevamo condiviso il fatto che non potessi più restare a Torino: ci sono state una serie di complicazioni, ma non dal punto di vista contrattuale, perché ero ben cosciente che il mio fosse un contratto pesante e avevo dato la mia disponibilità a ridurmi lo stipendio. Il Torino chiedeva dei soldi sul cartellino, e avendo un anno di contratto molte società non erano disposte a pagarlo, quindi si è deciso di rinnovare il contratto per consentire alla società di cedermi in prestito con diritto di riscatto”.
Quando l’ha cercata il Verona?
“Fin dall’inizio. È stato però un mercato strano, ci sono stati pochi movimenti, per chi guadagnava molto era difficile trovare accordi con le società. Quando il Verona ha puntato forte su di me, però, la trattativa si è sbloccata subito”.
In che posizione si vede tatticamente?
“Questo è un Verona che sta cercando di giocare come negli ultimi tre anni. Nelle ultime due partite abbiamo fatto 3-4-1-2, ma si può giocare anche col doppio trequartista. Posso fare tutti i ruoli, tranne ovviamente la prima punta, perché non ho la struttura fisica. Una preferenza non ce l’ho, è una decisione che spetta la mister: il giocatore si deve adattare, e io sono qui per questo”.
Cosa le ha insegnato l’esperienza di Salerno?
“Mi ha insegnato molto. Nel calcio e nella vita non bisogna mai mollare: sono arrivato in una squadra che era praticamente retrocessa, e ci siamo salvati all’ultima giornata. Nel calcio ne abbiamo viste di tutti i colori. Sono arrivato in una società che deve assolutamente mantenere la categoria, e credo si possa fare assolutamente per la squadra che abbiamo e per la struttura del club”.
Le piacerebbe ripetere il percorso di Caprari?
“I giocatori passati in quel ruolo a Verona negli ultimi anni hanno fatto un salto di qualità: penso a Zaccagni, che oggi è uno dei migliori esterni in Italia. E Caprari ha dimostrato che tipo di giocatore è: sono contento per lui, mi sembra un bravissimo ragazzo. Barak ha fatto due anni meravigliosi qui, Simeone ha fatto benissimo… Spero di poter trovare anch’io quella continuità, per tornare a essere un giocatore importante”.
In questa Serie A sembra esserci grande equilibrio: la corsa alla salvezza è ancora più complicata?
“Il campionato italiano è sempre stato difficile, quest’anno c’è una spaccatura tra le squadre di vertice, che si sono rinforzate tantissimo, e tutte le altre. La Cremonese, ad esempio, non ha fatto molti punti ma ha un’idea di calcio precisa, conoscevo l’allenatore perché seguo anche la Serie B. Il Monza è partito male, ma credo sia una situazione legata al fatto che abbia cambiato molti calciatori, la Salernitana si è rinforzata… La lotta salvezza è molto complicata, ma dobbiamo pensare a noi stessi. Dobbiamo continuare a lavorare forte, e sono sicuro che i risultati arriveranno”.
Si sente un leader?
“Sono un uomo di trent’anni che ha vissuto tanti campionati. Non sono uno che parla molto, preferisco parlare con i fatti in campo, e spero di riuscirci”.
Perché non è riuscito a esplodere in carriera?
“Non lo so… Nel calcio ci sono molte dinamiche: sicuramente io ho delle colpe, dopo i due anni a Bologna sono passato per Napoli e Torino, senza avere continuità, se non a sprazzi. Ma ci sono state anche situazioni che non mi hanno aiutato: può essere un problema legato anche al mio carattere, in alcune situazioni mi faccio abbattere troppo facilmente. È un aspetto del mio carattere che devo ancora migliorare: spero di riuscirci, mi sembra di essere arrivato in un ambiente che mi possa aiutare a tornare quello che ero”.
Da lei però ci si aspetta molto. Le pesa questa responsabilità?
“No. Ho la sensazione di essere arrivato nell’ambiente giusto. Non sento grandi responsabilità, ho al mio fianco compagni che possono aiutarmi a esprimermi al meglio. Devo solo pensare a fare al meglio le cose che so fare”.
Che effetto le ha fatto ritrovare Djuric?
“Milan è un ragazzo eccezionale: è bello averlo come compagno di squadra perché può solo darti una grande mano”.
Cosa si sente di dire ai tifosi?
“Prima di arrivare avevo guardato un po’ di partite, fino alla fine del mercato sono accadute molte cose qui. Da quando è finito, però, è iniziato un percorso, e credo che questa sia la strada giusta. Con la Samp abbiamo fatto un buon calcio, a Roma abbiamo affrontato una delle squadre che giocano meglio in Italia, ora affronteremo la Fiorentina che andrà a giocare in coppa giovedì. È una squadra importante, giocare in casa loro non è semplice, ma noi possiamo mettere in difficoltà chiunque”.
Dev’essere l’inizio di un lungo percorso per lei?
“Sicuramente. Farò di tutto per far scattare l’obbligo di riscatto”.
È stato difficile restare in ballo fino all’ultimo giorno di mercato?
“Sicuramente si spendono energie nervose, per uno che ama giocare a calcio come me non è semplice. Ma al contempo sapevo che la situazione si sarebbe sbloccata prima o poi”.
Chi batte le punizioni tra lei e Veloso?
“Non ne abbiamo parlato, ma credo sia scontato: lui ha un gran mancino, quindi credo sia giusto le batta lui”.