Ieri, il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, intervenuto su La7 è stato chiaro: ripartenza si, ma non ad ogni costo.
L’ottimismo che serpeggiava nei giorno scorsi sta lasciando lentamente spazio a forti dubbi.
Dopo la rinuncia a proseguire il campionato da parte della Francia, Spadafora ipotizza anche ad una condivisione di tale linea se dovesse diventare una linea europea.
Il protocollo
Il ministro ha aggiunto che sarà il comitato tecnico-scientifico a dare le indicazioni in quanto il protocollo presentato dalla lega calcio non è ancora stato ritenuto sufficiente.
A tal proposito, ieri è anche intervenuto il dott. Capua, membro del comitato scientifico della FIGC che ha contribuita a stilare il protocollo che non è stato approvato.
Capua ha affermato che il calcio deve ripartire in quanto non solo un vezzo, ma una delle più importanti aziende italiane. Questo, però, non significa che non bisogna rispettare la saluta di chi lavora in questa azienda, anzi tutto deve rientrare all’interno del massimo rispetto della salute di tutti.
Il protocollo è stato stilato un paio di settimane fa al quale il ministero ha risposto con la possibilità di integrazioni e miglioramento di cose funzionali. La porta della commissione della FIGC è aperta a qualsiasi suggerimento per migliorare un documento che non è scolpito nella pietra.
Il protocollo prevede una blindatura del gruppo di allenamento.
Se i giocatori vengono visitati prima è difficile che ci sia un contagio successivamente alla blindatura. In oltre il tempo è dalla loro parte, visto che il virus sta perdendo di virulenza.
L’augurio è comunque che presto finisca tutto definitivamente grazie all’arrivo di un vaccino.