Salernitana in campo con l’atteggiamento tattico visto nella ripresa a Milano?
“Ho dovuto lavorare a bassa intensità perchè la squadra aveva bisogno di recuperare. Ho visto un po’ di affaticamento, frutto delle tre settimane precedenti e della complessità degli avversari affrontati. Abbiamo avuto due giorni in meno di lavoro rispetto al nostro avversario, ho voluto abbassare i ritmi per garantirmi freschezza atletica in vista della gara di domani. Non è il sistema che determina, ma l’idea. Voglio una Salernitana che sappia essere intensa difensivamente e propositiva in attacco. Il Bologna è in salute, è nono in classifica e ha due punti di distacco dalla Juventus. Praticano un calcio moderno grazie al mio collega Thiago Motta, il loro 4-2-3-1 ad alta intensità toglie tempi e spazi per non permettere all’avversario di costruire. Cercheremo di farli abbassare e di creare loro qualche difficoltà, sto immaginando quella che sarà la partita e domani scoprirete chi saranno i protagonisti”.
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Stamattina c’è stata la visita del presidente, quanto può essere importante?
“Avere una persona del genere nel calcio è una fortuna, è merce rara. Questo è un progetto che è appena partito, eppure mette soldi dalle sue tasche per creare una base di lavoro che dia soddisfazioni, nel tempo, sotto tutti i punti di vista. Credo che vada ringraziato. Sono nel calcio da quando avevo 14 anni, lo sport per me è tutto e ha dato stabilità economica a me, alla mia famiglia, ai miei amici. Gli ho detto da subito che deve essere sempre più presente, è lui il nostro punto di riferimento. Sappiamo che ha tante cose da fare, ma è importante averlo al nostro fianco. Nella sua agenda la Salernitana avrà sempre un posto di rilievo. Cosa mi ha chiesto? Di salvarci. E non siamo ancora salvi. L’obiettivo non cambia”.
A Milano aveva chiesto una partita da campioni, domani?
“Domani voglio che i tifosi si sentano ben rappresentati, sono la nostra forza. Dobbiamo trasmettere alla gente quel senso d’appartenenza che ci deve contraddistinguere giorno dopo giorno. Mi aspetto una partita molto difficile, potremmo commettere errori ed è lì che il pubblico deve aiutarci, motivarci e spingerci verso la vittoria. L’Arechi deve essere così. Se fuori casa riescono a dare un grosso contributo, figuriamoci quanto possono darci quando giochiamo nel nostro stadio. Se siamo uniti possiamo costruire un futuro di alto livello per Salerno e per la Salernitana”.
Squadra stanca, dunque?
“Non direi stanca, ma eravamo reduci da 20 giorni ad alta intensità. Ho dovuto fare un lavoro di un certo tipo per conoscere al massimo la squadra, nei singoli e nel collettivo. Voglio una squadra fresca di gambe e di testa, sotto questo punto di vista vedo sempre più identità. In ogni partita c’è una complessità specifica che deriva dalla forza dall’avversario. Domani sarà un bel banco di prova pure dal punto di vista tattico, visto che il Bologna è molto diverso dalle squadre affrontate sin ora”.
Vi preoccupa il fatto che ci saranno tanti calciatori impegnati con le nazionali?
“So cosa significa, cambiano molto le metodologie di lavoro soprattutto per i calciatori africani. Posso controllare tutto questo? No. E allora mi concentro su ciò che dipende da me”.
Mazzocchi, in odore di convocazione in Nazionale, è ormai al 100%?
“Io mi aspetto sempre di più da tutti. Tutti i calciatori reduci da infortuni seri vanno recuperati con intelligente e di recupero si può parlare quando stabilmente fanno parte del gruppo squadra senza avere nessun tipo di problema. Pasquale ha fatto spezzoni nelle settimane precedenti e sta mettendo energia nelle gambe”.
Quando la Salernitana ha fatto risultati contro le grandi, la settimana successiva c’è stato un passo falso in casa. Ha ragionato su questo aspetto che ha contraddistinto la precedente gestione? E’ un esame di maturità?
“Il giocatore non può vivere nella paura del risultato e della prestazione. Ciò che possiamo controllare è l’azione che stiamo per fare, non quella che abbiamo già fatto. Ognuno ha il suo ruolo preciso all’interno della squadra, la comunicazione è sempre molto importante. Detto questo, state certi che vedrete una Salernitana cosciente di ciò che deve fare. Tutti devono essere disposti a trovare un compromesso per il compagno, non per sè stessi. Il collettivo viene prima del singolo, sotto questo aspetto sarò intransigente e lo pretendo. Mi aspetto continuità, è ovvio, ma questo passa dalla tranquillità, dall’equilibrio, dalla consapevolezza della difficoltà della gara. Aver fatto risultato a Milano non vuol dire essere diventati perfetti, ci vuole consapevolezza che il Bologna si opporrà con un atteggiamento tattico preciso che renderà la strada in salita. In casa e fuori voglio lo stesso atteggiamento, con l’Arechi pieno che ci motiva nel momento di difficoltà possiamo superare gli ostacoli. E’ la gente che deve spingerci alla vittoria, per arrivare al trionfo serve il connubio con la gente e tocca a noi trascinarli dalla nostra parte. Voglio un ambiente che non sia troppo gasato o troppo depressi e che vada oltre il risultato della domenica”.
Sta pensando di schierare due punte?
“A voi piacciono molto i numeri, i dati dicono che i gol non sono arrivati dagli attaccanti ma dai centrocampisti. Tutti avranno la possibilità di fare gol, abbiamo gente in grado di essere pericolosa in zona offensiva. Domani avrò bisogno sia di Dia, sia di Piatek. Mi hanno dimostrato di essere pronti, a prescindere da chi agisca alle loro spalle”.
Per una crescita complessiva che vada oltre il risultato della domenica su cosa bisogna lavorare?
“Sono felicissimo di confrontarmi con un direttore sportivo super preparato, di spessore internazionale e con cui parlo ogni giorno. Nei sei anni in cui collaboravo con la federazione portoghese ho svolto diversi seminari e mi sono confrontato con personalità di un certo livello. Wenger disse che il lavoro di un allenatore ha un impatto decisivo sulla cultura di qualsiasi club. La mia preoccupazione è indirizzata a ciò che posso controllare. Metto la mia conoscenza a disposizione della società, del presidente, dell’amministratore delegato, sulla dirigenza e sui calciatori. Vogliamo dare orgoglio e felicità a una città passionale che, chissà, un giorno potrebbe arrivare a livelli internazionali”.