Mister Maurizio Sarri parla in conferenza stampa della sfida all’Udinese che dovrà rappresentare il riscatto dopo la prestazione di Napoli.
Domani c’è l’Udinese: che partita sarà? Ritroverà anche Gotti, un suo ex collaboratore…
“Lui ha un’intelligenza fuori dal comune, al Chelsea lo ascoltavo perché non faceva mai considerazioni banali. Sarà una partita dura. L’Udinese ha concesso poco anche fuori casa, è una squadra molto fisica”.
I risultati altalenanti della Lazio:
“Io penso sempre di vincere le partite. Le difficoltà però sono evidenti: nelle 3 partite dopo le nazionali abbiamo fatto 3 punti, così abbiamo fatto pochi punti dopo l’Europa League. Se si guardano le partite normali invece abbiamo una media molto alta. È una problematica non semplice nel calcio di oggi, perché – al contrario del passato – si gioca sempre ogni 3 giorni. Non è un problema tattico, ma di testa e di inconscio. Il sistema nervoso si scarica. Domenica avevamo già perso nel riscaldamento, era evidente. Ciò mi ha provocato un senso di frustrazione. Bisogna avere le idee chiare: quando il Liverpool prese Klopp il primo anno arrivò 12° e il secondo 8°. Non penso poi di essere come lui, è molto meglio di me (ride, ndr)”.
Un anno di transizione?
“Non è un problema tattico, non c’entra il modulo o come giochi. Quando la squadra è passiva perdi. Questo è un problema di saper gestire le energie nervosi. Sapersi ricaricare nei momenti dispendiosi. Alcune volte la testa ci si stacca mentalmente, sabato erano attenti, quindi penso che sia un problema inconscio. Nessuno di noi può intervenire. Si vedeva già dal riscaldamento abbiamo capito che si sarebbe perso”.
Come si accende Felipe Anderson?
“Se avessi un joystick lo farei subito. Ha delle qualità straordinarie. Ha un carattere delicatissimo, ha una sensibilità diversa dagli altri. Per questo alcune volte diventa fragile. È difficile farlo riattivare ed è difficile fare scelte su di lui: se lo togli rischi di perderlo, se lo metti dentro rischi di pagare il suo momento”.
Anche Guardiola e altri allenatori top si sono uniti nel condannare il calendario troppo denso di impegni:
“Quando si gioca troppo alla fine si gioca male. Siamo diventati dei registi televisivi noi allenatori, lavoriamo solo sui filmati. Si sta perdendo il gusto di lavorare sul campo. A me non piace, ma magari ad alcuni piace. Io mi divertivo anche in Serie C sul campo, quando ho fatto due fallimenti consecutivi”.
Sul mercato:
“Non ho mai parlato con la società di nomi, ho solo fatto presente delle necessità. Secondo me bisogna mettersi seduti per programmare due o tre sessioni di mercato, non mettersi alla finestra per trovare le occasioni”.
C’è margine per lavorare alla Lazio?
“A livello societario penso di sì. Non mi sembra che ci sia questa pressione di dover fare il risultato domani. Ha delle idee e le porta avanti. A livello mediatico mi interessa il giusto, non so mai quello che scrivete. Se vedo verde guardo, se vedo uno studio cambio”.
Ci sarà una valutazione su Reina? Può tornare in ballo Strakosha?
“Viene fatta costantemente una valutazione e abbiamo fatto una scelta. Vedremo se sarà il caso di cambiare ma non è che se Reina ha preso 3-4 gol va messo fuori”.
Come è rientrato Marusic?
“Per ora ha fatto più visite che allenamenti. Da oggi va in doppia seduta per diversi giorni”.
Quando non segna Immobile l’attacco fatica. C’è un’idea su cui sta lavorando?
“In poche partite abbiamo avuto il problema del gol. I nostri attaccanti esterni già sono a 8 gol complessivi, anche Milinkovic e Luis Alberto stanno segnando. In alcune partite viene meno il movimento senza palla e quindi si diventa sterili. Con la Juventus volevano tutti la palla sui piedi”.
Ha detto che non dirà la formazione, ma che considerazione farà per le scelte?
“Se prendiamo come riferimento la partita di Napoli allora devo cambiare tutta la squadra. Luiz Felipe è squalificato, c’è Patric che è l’unico destro in questo momento. Vediamo oggi che ci dice l’allenamento. Quando vieni da una partita così viene da chiedersi: cambio tutti o do ancora fiducia agli stessi? Proponendo per rifar giocare tutti e undici, ma magari 3-4 li cambio domani. Ma non bisogna gettare la croce addosso a nessuno, la responsabilità è collettiva”.