L’invito al telefono
Mercoledì pomeriggio mi telefona mio fratello per invitarmi a cena a casa sua domenica, accetto senza pensarci su molto perché adoro stare con i miei nipoti. Mio fratello non è un grande appassionato di calcio, al contrario mio che oltre ad essere tifoso mi guarderei anche la serie B ungherese. Ma torniamo alla telefonata. Ero a casa appisolato sul divano, ero distratto ed avevo completamente dimenticato il fatto che ci fosse Roma vs Sampdoria come posticipo serale.
“Chi era amore?”
“Natale che ci invita a cena per vener… cazz… Roma vs Sampdoria… non ci possiamo andare, c’è la partita! Ora lo richiamo e gli chiedo di posticipare a domenica a pranz… no che c’è l’Inter… domenica a cena!”
“Sei il solito egoista! Smettila, tuo fratello ci ha invitato a cena venerdì, hai detto sì. Ci andiamo!”
“Ma la partita?”
“La guarderai da lui!”
Ecco! Guardare la partita in santa pace a casa di mio fratello è un altro ossimoro: i suoi figli, sangue del mio sangue, vorranno giocare con lo zio preferito e io non saprò dirgli di no.
“Ma no, rimandiamo!”
“Hai anche promesso ai bambini che li avresti aiutati a montargli il Millenium Falcon che hai regalato a Diego per il compleanno”
“Ci vuole una laurea in ingegneria per montarlo in una serata, se lo facessero montare da zia Sandra”
Il piano per vedere la partita: giocare con i bambini e cenare senza sembrare un asociale
Anche in questo caso la mia amata mi aveva fatto suonare un campanello di allarme, non potevo presentarmi a mani vuote da mio fratello e rischiare che i bambini mi chiedessero di montargli il Millenium Falcon della Lego. Venerdì mattina vado in un negozio di giocattoli e compro un paio di Lego della serie Star Wars facili da essere montati. Il piano era il seguente: arrivare alle 20 da mio fratello, montare i Lego e giocare con i bambini fino alle 20.45. Avrei poi visto il primo tempo della partita e alle 21.30 mia cognata avrebbe servito un’ottima cena da essere gustata durante l’intervallo in modo da potermi sedere nuovamente sul divano e guardarmi anche il secondo tempo in serenità mentre i bambini avrebbero continuato a giocare con i nuovi giocattoli e gli altri adulti avrebbero parlato di argomenti non interessanti.
Il tutto non va come avevo previsto
Il piano è andato bene fino al quindicesimo del primo tempo, poi i bambini si erano scocciati del gioco che gli avevo preso e si sono piazzati sul divano chiedendomi di giocare alla Play con loro. Ho cercato di spiegare a queste ingenue creature l’importanza della partita: “bambini, guardiamo insieme la partita perché possiamo vedere un sacco di gol. Poi c’è Nainggolan, il calciatore preferito della zia, c’è Dzeco che forse va al Chelsea…”
“E Messi gioca? E Cristiano Ronaldo? Se non giocano loro non ci piace, a noi papà ci ha detto che sono loro i più forti del mondo!”
Da questo scambio di battute ho capito che non avevo speranze.
Il soccorso di Raimonda
La mia amata compagna vedendomi in grossa difficoltà decide di venirmi in aiuto offrendosi di giocare alla play con i bambini. Unico problema: lei non sa tenere neanche il joypad in mano. La mia amata è riuscita ad ingannare i bambini per un po’, poi, dall’altra stanza, sono arrivate le urla: “Zio Sandrooooooooooooooooo, vieni tu a giocare che la zia non è buona!”
Roma vs Sampdoria per me finisce dopo 45 minuti. Dopo di che ho umiliato (per vendetta, perchè di solito li lascio vincere) i miei nipoti a super Mario Kart.