Quanto conta il calcio italiano in Europa?
Questa potrebbe essere la prima domanda da porsi prima di affrontare qualsiasi ragionamento. Negli ultimi anni il calcio italiano ha perso appeal e la carenza di risultati sportivi non ha di certo aiutato. Dopo la vittoria del Mondiale del 2006, solo il Milan e l’Inter hanno saputo imporsi fuori dai confini nazionali, vincendo la Champions League nel 2007 i primi e nel 2010 i secondi. La Juventus ci è andata vicina, giocando due finali nel 2015 e nel 2017 ma perdendole entrambe. A rincarare la dose di delusioni, ci si deve aggiungere la mancata qualificazione ai prossimi Mondiali per la Nazionale italiana.
Le ingiustizie arbitrali ci possono essere state, nessuno lo nega, ma a volte la fortuna va anche cercata. Le delusioni europee sono figlie sì di sviste arbitrali, ma indubbiamente le partite di andata concluse con passivi notevoli per le italiane non hanno aiutato.
Il tanto invocato ricambio generazionale sta avvenendo solo in parte, un esempio: il difensore centrale titolare del Real Madrid Varane, classe 1993, ha già nel suo palmares 3 Champions League, con un’altra finale da giocare a breve. Il (quasi) pari età della Juventus, Rugani, molto spesso siede in panchina.
Il confronto
Allargando la visuale dall’Italia all’Europa, è possibile notare come la distanza (tecnica, numerica, economica) che divide i top club italiani da quelli europei, sia più o meno la stessa che divide la Juventus (che domina la Serie A da anni) dagli altri club italiani.
Quali sono i fattori che hanno determinato questa situazione? Cosa serve per tornare a competere ad alti livelli? Ditecelo voi. Scrivetecelo sui nostri profili social! (i link li trovate qua sotto)
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