Il Verona di Juric non sta attraversando un periodo roseo e domani sarà impegnato al Bentegodi contro il Torino in piena corsa salvezza.
Se le avessero detto a inizio stagione che a questo punto del campionato sareste stati già salvi, e il Torino invischiato nella lotta salvezza, cosa avrebbe pensato? Come vede il ritorno in Italia di Mourinho?
“Penso non si sia capito cosa abbiamo fatto quest’anno, è stato sottovalutato tantissimo. Non si vede quello che stanno passando squadre come il Torino, che appartengono a un’altra dimensione, anche a livello economico. È una grandissima soddisfazione: ero incazzato, ma riflettendoci dico che è il mio miglior anno da allenatore in Serie A. Dentro di me c’è moltissimo orgoglio, sono contento. Di Mourinho ho letto tutti i libri: tanti anni fa toccava argomenti di cui si dibatteva poco nel calcio. Come reagisce il cervello in certe situazioni, il metodo di lavoro. Spero torni quello di dieci anni fa, che torni ad offrire il calcio che proponeva dieci anni fa, che ultimamente non ho visto”.
Parla con Lasagna e Zaccagni della possibilità di andare all’Europeo?
“No”.
Meriterebbero di andarci?
“Lo Zaccagni visto nel girone d’andata meriterebbe di andarci. Lasagna deve migliorare, nella partecipazione del gioco, nell’ampliare il suo repertorio. Si sta impegnando molto per questo”.
Le piacerebbe superare i punti dell’anno scorso?
“Mi farebbe piacere per i ragazzi, la maggior parte di loro ha fatto una grande stagione. Anche nelle difficoltà cercano di dare il massimo: mi piacerebbe tanto per loro, anche rimanere nella parte sinistra della classifica. Ce la possiamo fare, ci proveremo”.
Secondo lei quali sono i giocatori che sono cresciuti di più?
“Quando vendi tutti i giocatori, fai tante plusvalenze… non ricordo tante squadre così negli ultimi anni: ripetersi, migliorare chi c’era prima, inserire qualcuno di nuovo, è stato un lavoro in cui abbiamo dovuto mettere tutto, svuotante. È stato veramente duro, ne parlavo anche con D’Amico. Penso che i ragazzi siano stati veramente bravi. Quelli che c’erano l’anno scorso hanno fatto un passo in avanti, qualcuno dei nuovi arrivi ha dato una mano importante. C’è anche da considerare che Veloso l’abbiamo avuto poco, che Gunter l’abbiamo avuto meno, Lazovic sta facendo bene ma non l’abbiamo sempre avuto al massimo. Con tutti questi elementi ci siamo salvati a dieci giornate dalla fine, mi sembra un grandissimo lavoro, che penso sia stato sottovalutato molto”.
La base di lavoro da cui partirà è diversa da quella di due anni fa. Cosa chiederà al presidente? Un salto in alto, o consapevole?
“Mi ricordo bene che clima ci fosse quando sono arrivato. Ricordo la partita a Foggia, di menefreghismo e delusione totale, e quello che c’è adesso, con quello che abbiamo creato attraverso le plusvalenze. Di questo sono molto orgoglioso”.
Il contratto però ce l’ha.
“I contratti ci sono da entrambe le parti e sono da rispettare. Poi il lavoro è un’altra roba. Quando firmi lo fai con stima reciproca, poi le cose cambiano. Però quando firmi, firmi: entrambe le parti accettano. Tony mi dice ‘Ivan, alla fine sei un impiegato come me’. Per cui faccio l’impiegato”.
Può dirci qualcosa sulla formazione di domani? A che punto è Benassi?
“Benassi è tornato. Il calcio è così: l’anno scorso non avevamo un infortunato, giocavano quasi sempre gli stessi. Quest’anno la difficoltà è stata anche questa: Vieira e Benassi, due giocatori di spessore, non li abbiamo quasi mai avuti. Benassi è a curarsi a Firenze e il discorso con l’Hellas è finito. Domani vorrei far giocare Pandur, è importante vedere il giocatore. In allenamento fa bene, vorrei vederlo nel contesto della Serie A dandogli queste quattro partite. Per il resto cercherò di mettere i migliori, fino alla fine, non facendo niente di che”.
Ci aggiorna su Veloso? Darà fiducia a Salcedo?
“Ci sono giocatori che hanno un peso impressionante, a prescindere dal gioco. Peso nello spogliatoio, nella parola, nel gesto, nel modo di allenarsi. In questo gruppo mancava un po’ questa cosa, che magari ha Miguel. Penso ci sia mancato tanto, perché quando c’era secondo me abbiamo fatto prestazioni di livello superiore, e anche nella gestione all’interno dello spogliatoio è veramente importante. Eddie è un 2001 che secondo me sta facendo un bel percorso, di maturazione come persona e come giocatore. L’altro giorno poteva fare tripletta. Ha passato un momento brutto, adesso già da un po’ sta facendo bene. Deve capire che questa è la strada e che se continua così può fare una bella carriera”.
In difesa ci sarà continuità?
“La fase difensiva con lo Spezia è stata fatta molto bene, per lunghi tratti. Qualche scelta nuova la farò, penso, ma sono rimasto contento. Sicuramente Magnani giocherà, gli altri vediamo”.
Che Torino si aspetta?
“È una di quello che metto tra le inspiegabili. Il valore della rosa è molto alto: da Belotti a Sanabria, hanno preso Mandragora, dietro hanno giocatori forti fisicamente. Hanno tutto, ultimamente stanno dando molto per salvarsi, quindi arriva una squadra che sicuramente vorrà fare punti. Mi aspetto una partita difficile, perché ultimamente stanno facendo bene, e con Sanabria e Mandragora hanno fatto un salto in avanti”.
Per caratteristiche, Lasagna può avere bisogno di una punta al suo fianco?
“Non si tratta di moduli, ma di partecipazione. Che ci siano due attaccanti o uno, tu devi essere dentro la partita. Questa è una cosa che lui fa a tratti. Io voglio più partecipazione, più azioni come il gol che ha fatto e che poi è stato annullato. Deve vivere per il gol, e in quello deve migliorare secondo me. Per me non cambia averne uno o due. Non dev’essere un opportunista, alla Pippo Inzaghi, deve partecipare. Penso sia un processo”.