Juric presenta la difficile sfida contro la Juventus con l’infermeria quasi vuota e l’opinione su Lasagna.
In questi casi si dice che bisogna giocare la partita perfetta. Come si fa?
“Quando affronti squadre così è chiaro che devi essere perfetto e loro non al massimo, e deve girarti anche un po’ bene. Faremo la nostra partita, poi si vedrà, come al solito. Quando non ci sei perdi con chiunque, ma puoi anche fare risultato con squadre più forti”.
Al di là dell’aspetto dell’allenatore, come si affronta la gestione dei protocolli anti-Covid all’interno della squadra?
“Cerchiamo di viverla normalmente. I ragazzi le loro cose le fanno, devi avere fortuna. Siamo tutti a rischio, adesso ci sono anche le varianti. Noi stiamo attenti, ma non si può fare molto. L’uomo si abitua a tutto e va avanti, sperando che a noi non succeda”.
Come si allena la malizia?
“Dopo Genova non ero arrabbiato, ero dispiaciuto, perché c’erano stati tanti minuti di dominio, con occasioni offensive da gestire meglio. La squadra si costruisce piano piano: ci sono momenti nei quali l’allenatore influisce poco, certe cose si acquisiscono col tempo. Anche i giovani possono avere malizia, è difficile da allenare. Poi magari se a Vieira a Genova arriva la palla e la butta via non succede niente, invece abbiamo perso due punti”.
Avete fatto più miracoli lo scorso anno o questo?
“Sono due annate diverse. L’anno scorso, a questo punto, eravamo una squadra definita dal punto di vista dell’identità. Questa è al trenta percento: dipende molto dai ragazzi. Certe cose non le stiamo facendo bene, alcuni possono fare meglio. Non siamo ancora chiari: durante la partita alterniamo momenti buoni ad altri meno buoni. Penso che siamo in fase di costruzione, come gruppo”.
Perché a Genova ha sostituito Lovato?
“Ha chiesto il cambio, non stava bene. Non stava facendo una grandissima partita, ma nemmeno male”.
Ha dubbi di formazione?
“Non ho ancora deciso. Alcuni giocatori negli ultimi mesi hanno dato tantissimo e iniziano un po’ a cedere, cosa normalissima. Non è facile inserire i nuovi, oltre a Vieira e Favilli, per alzare la concorrenza. In queste settimane ci abbiamo provato, per avere più scelte. Non ho ancora deciso, ho ancora qualche dubbio”.
Quanto piacere le fanno i complimenti che riceve? Come ha detto Pazzini, potete fare più punti dell’anno scorso…
“Ieri è venuto a trovarci anche Pessina, oltre a Pazzini. Sono state due visite belle. Con i ragazzi sono chiaro: dipende tutto da loro. Siamo in un momento positivo nell’espressione del nostro calcio, ma dipende molto da loro, da quanto migliorerà chi è ancora un po’ sotto e da che contributo daranno i nuovi. Possiamo andare in tutte le direzioni, speriamo di andare in quella giusta. Ci vuole anche un po’ di fortuna, che contribuisce a darti fiducia. È tutto nelle mani dei miei giocatori, per il resto va bene, perché quando ti fanno i complimenti fa piacere, sapendo che nel calcio può cambiare tutto in due settimane”.
Come ha lavorato in settimana con Lasagna?
“Kevin è top. Forse sono io che vedo il calcio in un modo diverso. Quando vedo un giocatore così sono felice: come si è creato le occasioni, i movimenti che ci hanno permesso di ripartire. Quando uno fa così non mi soffermo sull’errore. Dall’inizio abbiamo preso questa strada, sapendo chi siamo: tolleriamo gli errori, non gli atteggiamenti sbagliati. I nostri non sono top player, quando fanno errori non è un problema, è un problema quando sbagliano l’atteggiamento”.
Sturaro e Vieira possono essere delle opzioni?
“Sì, sono due giocatori ottimi. Vieira ha avuto sfortuna, non è facile reinserirlo, ma sicuramente abbiamo bisogno di loro. Se vogliamo mantenere un livello alto abbiamo bisogno di chi è arrivato a gennaio e di chi rientra dagli infortuni”.
L’infermeria si sta svuotando…
“Ceccherini ha fatto allenamento con la squadra ed è un’opzione, Pawel c’è. È rimasto Benassi che ha ancora qualche problema. Mi dispiace molto per Ruegg, che ha un problema alla caviglia che fatichiamo a risolvere”.
Dimarco terzo è un’opzione?
“Voglio averne tre che possono fare tutto, che non comportino svantaggi. Col terzo a sinistra abbiamo qualche problema, soprattutto dopo la partenza di Empereur non ne abbiamo uno lì che fa entrambe le fasi bene. Vorrei andare più su questa strada, su difensori che cerco di migliorare sotto l’aspetto del gioco”.
Quanto la sorprende la crescita di Ilic?
“Non sono sorpreso, dai primi allenamenti mi aveva trasmesso una sensazione di intelligenza e voglia di lavorare. Il City sceglie giocatori ben precisi. Lui non è nemmeno al venti percento: ci sono aspetti che non vanno bene, nei quali deve migliorare, ma attribuibili alla sua giovane età. Ha un margine di miglioramento assoluto, è nelle prime fasi della sua crescita. Poi vediamo come crescerà, deve migliorare fisicamente. Ma ha appena iniziato: in quattro o cinque anni, se tutto va bene, può diventare un giocatore importante”.