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Inter-Salernitana: Inzaghi e Nicola nel post match

Inzaghi non dà per scontato il ritorno di Brozovic come play quando tornerà disponibile. Nicola contento dell’atteggiamento propositivo.

Le parole di Inzaghi

Prima domanda: è così scontato quando tornerà Brozovic togliere il posto a questo Calhanoglu?
“Assolutamente no. Non ci sono titolari a prescindere, bisogna lavorare quotidianamente, vorrei avere tutti a disposizione. Quando giochi così tanto devi avere tutti e in questi ultimi 25 giorni non è successo. Speriamo di recuperarne altri per Firenze”.

C’è stato un confronto tra i giocatori, come ha detto Bastoni. Come la vede?
“Beh, confronti ce ne sono ogni giorno. I ragazzi si sono parlati fra di loro, a me rimane quello che vedo in campo e negli allenamenti. Oggi abbiamo fatto una grande partita, in controllo dal primo al novantatreesimo, una partita fatta con serietà, concentrazione, due giorni e mezzo dopo la gara di Barcellona. Sono soddisfatto, però adesso ne abbiamo un’altra sabato e da domattina penseremo già alla Fiorentina”.

Qual è la critica ricevuta che le ha dato più fastidio?
“Io riesco a distinguere le critiche mosse nel modo giusto e quelle indirizzate da altri. Non mi ha dato fastidio nulla, sono sempre stato concentrato sul mio lavoro, focalizzato sulla mia squadra, so quello che ha fatto, che ha dimostrato, come ha giocato e cosa ha vinto in questi 15 mesi. Siamo l’Inter, lo sappiamo, come sappiamo di essere in ritardo”.

Ha constatato all’interno del gruppo qualche cambiamento?
“Io penso che sia fondamentale l’atteggiamento, penso che l’abbiate notato anche voi: la squadra sta in campo e nelle difficoltà ha lo spirito giusto. Cambia tutto, alla prima palla non subisci gol come accadeva nelle prime giornate. Oggi è stato bello vedere la squadra in controllo, potevamo anche segnare qualche gol in più: non dimentichiamo che venivamo da un doppio confronto col Barcellona, col Sassuolo in mezzo, bisogna fare un plauso a questi giocatori”.

Le parole di Nicola

Prima domanda: la Salernitana avrebbe potuto fare qualcosa in più?
“La sensazione è quella di avere incontrato una squadra dai valori importanti. La Salernitana non è venuta qua per timbrare il cartellino ma abbiamo provato a crederci fino alla fine, l’unico appunto è quello della lettura, del tardivo riposizionamento su una giocata che conoscevamo. Se avessimo tenuto la partita fino all’ultimo sull’1-0 ci si poteva sperare. Però ho visto una squadra che ha cercato di togliere profondità all’Inter e ha lavorato sulle traiettorie di intercetto, anche possiamo lavorare sul timing in uscita. Il gol dell’Inter ci ha portato ad alzare il baricentro, non abbiamo mai smesso di ripartire. Possiamo diventare più abili a sfruttare certe situazioni, però la partita mi ha soddisfatto. Non mi è dispiaciuto Vilhena nella posizione di mediano, credo che anche l’ingresso di Valencia come mezzala che poi diventava terzo attaccante aggiunto abbia dato una spinta in più. Peccato per Lovato, l’abbiamo perso ieri sera: prima o poi finirà il suo calvario. E credo che il ritorno di Bohinen sarà molto importante”.

Lovato perso in che senso?
“Ieri sera ha avuto problemi gastrointestinali”.

Meglio rispetto al Verona, ma è mancato lo scatto.
“Ci abbiamo provato passando a tre, ma io credo che nel nostro modo di giocare hai più calciatori che stazionano ma non sempre i due mediani riescono a partecipare al gioco. Se hai due mezze ali di qualità hai più modo di offendere. Non abbiamo mai smesso di provarci, è altrettanto vero che non siamo stati efficaci, ma è anche vero che l’avversario di oggi non era facile da affrontare. Questo fa della partita della Salernitana la dimostrazione che non dobbiamo seguire solo il risultato, anche la crescita del gruppo. Sul secondo gol non siamo stati abbastanza bravi, però la differenza non è solo in questo. Abbiamo incontrato una squadra molto forte”.

Manca un po’ di cattiveria?
“Secondo me dobbiamo mettere sul giusto piano le cose: quando si fa una critica bisogna considerare chi si ha di fronte. Noi possiamo migliorare molto, non è una squadra poco cattiva ma deve diventare più strafottente in certi momenti della partita, cosa che ti riesce quando hai un avversario diverso. Anche giocare in uno stadio così fa crescita e queste sono le migliori partite”.

Oggi i tifosi hanno riempito un intero settore del Meazza.
“È sempre bello, accade sempre e gli applausi sono stati ricambiati. Hanno visto una squadra che ha voluto giocarsela”.

Alcuni giocatori possono aver pagato l’impatto con San Siro?
“A livello di aggressività, posso essere d’accordo sul fatto che, soprattutto nella prima parte, quando siamo schierati dietro la linea della palla lavoriamo troppo tardi sulle linee di intercetto. Nel momento in cui indirizziamo la pressione dobbiamo partire insieme, è un aspetto migliorabile: possiamo fare meglio a livello di aggressività. Sul secondo gol abbiamo dovuto alzare il baricentro: se devi per forza andare ci vai, anche senza il giusto tempo, e quindi porti l’avversario ad avere più pressione e meno libertà di gioco. Dobbiamo migliorare sull’aggressività, ma la squadra ha tenuto molto bene il campo”.

Perché Vilhena playmaker e non Kastanos?
“Vilhena non credo l’abbia mai fatto, è più portato a girare e invece in quella posizione bisogna avere un giocatore più portato a rimanere. Vilhena l’abbiamo sfruttato poco, a me non è dispiaciuto in quella posizione, anche perché è la prima volta che la interpreta. Sono sicuramente contento del fatto che Bohinen sia entrato, ci dà ulteriori possibilità”.

Daniliuc male in uscita.
“Non sono d’accordo sulla sufficienza, sono d’accordo sull’aver tardato la visione dell’uscita. Non sulla sufficienza, noi chiediamo ai giocatori riprendersi la responsabilità di giocare e devono provarci loro in prima persona. Dobbiamo capire, soprattutto nella posizione di Daniliuc, quando è il momento di puntare l’avversario e quando invece è il momento di favorire il giro palla. È un 2001, facciamolo crescere. Credo che aver giocato in un contesto del genere sia stato molto utile”.

I margini di crescita di Pirola?
“È alla seconda da titolare con noi, non si nasce imparati e bisogna accettare determinati errori. L’importante è la voglia di imparare sempre, i 2001 e i 2002 sono giocatori che consideriamo ancora giovani, anche Lovato è un 2000. Sono giovani ma già in grado di giocare in A”.

È fiducioso sul fatto che possiate non essere invischiati fino all’ultimo nella lotta per la salvezza?
“Noi pensiamo a giocare e fare punti, in questo momento non credo sia utile fare ragionamenti di questo tipo. Dobbiamo continuare a crescere”.

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