Due nuovi acquisti a centrocampo. Corrispondono alla sua idea di crescita?
“Sono due giocatori che conosco molto bene, li ho visti tanto gli anni scorsi. Hanno caratteristiche diverse. Esposito, per capirci, è un palleggiatore, un play con qualità, mentre Zurkowski è la classica mezzala di grande volume, di inserimento, e l’anno scorso ha impreziosito il campionato con gol e assist”.
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Pensa di cambiare qualcosa?
“Abbiamo lavorato con intensità, i giocatori sono più o meno tutti a disposizione, con qualche problemino di alcuni che ancora ci danno qualche punto di domanda, che proveremo domani a risolvere, dato che siamo ancora a 48h dal match. Zurkowski viene da un periodo in cui si è riacutizzato un piccolo problema e cercheremo di inserirlo gradualmente e con intelligenza. Sono stato contento dell’atteggiamento nelle due partite, ho segnalato con forza che non mi è piaciuto l’inizio con il Lecce, dove loro sono entrati meglio di noi. Siamo stati stranamente timorosi, spaesati, anche se nel restante pezzo di primo tempo mi sono piaciuti. Il Torino è una squadra che gioca in maniera specifica, qualche cambio lo farò in virtù di avere gli uomini più adeguati”.
Agirete sul mercato sulla fascia destra?
“Le alternative ad Holm hanno caratteristiche diverse. Ferrer, Gyasi, Amian, per caratteristiche forse anche Zurkowski potrebbe adattarsi, ma andrebbe provato. Hanno tutti caratteristiche diverse da Holm, che fa quel ruolo con grande naturalezza. Il percorso di Salva lo ha limitato negli scorsi mesi, con un’operazione invasiva. Amian è riuscito ad andare in campo prima, nonostante l’operazione. La lunga rincorsa di Ferrer gli ha tolto spazio. Con il Lecce sarebbe potuto essere utile nel finale, detto che Holm ci ha abituato a grande qualità. Giocare in maniera ravvicinata poteva indurmi a pensare cose diverse, ma nel campionato, anche con le triple partite, Holm non ha mai sofferto. Non ho mandato Ferrer a scaldarsi e quando Holm ha perso terreno non avevo Salva caldo, e ho scelto di restare così. Sarebbe stato utile se avessi letto in anticipo”.
Da dove si riparte dopo questo inizio?
“Ci sono state cose buone e meno buone, ma l’aspetto che preferisco è l’aver visto una squadra. Con l’Atalanta hai provato a dare una buona dimostrazione di forza e non sei arrivato in fondo per alcuni limiti che abbiamo e scelte mie. Con il Lecce, partita insidiosa e che non era da perdere, siamo partiti male ma abbiamo dato dimostrazione di solidità mentale. La sensazione di avere una squadra c’è, e va al di là degli episodi. Ripartire da qui è il dato principale”.
Ha pensato a qualche alternativa in attacco o serve qualcuno di nuovo per sostituire Nzola?
“Io ho un piccolo problema alle anche, che sta diventando un problema sempre più marcato ma per fortuna io non vado in campo. Mi limita in mobilità ma per fortuna non devo correre. Per quanto riguarda Nzola, è uscito pochissimo quest’anno, e quando l’ha fatto con l’Atalanta si è vista la differenza, non solo nel far salire la squadra, ma perché spaventa gli avversari. Non puoi isolarlo in un uno contro uno e condiziona il baricentro degli avversari, che non concedono l’uno contro uno. Non è solo difesa della palla, quindi non è facile trovare giocatori con queste caratteristiche e non lo abbiamo in rosa”.
Con l’arrivo dei nuovi c’è troppo traffico a centrocampo? Un commento su Strelec?
“Non so se ricordate, ma già da quest’estate avevo dei desiderata, nel ridurre il numero di calciatori e aumentare la competizione. Vorrei meno giocatori possibile ma più forti possibile. Non siamo riusciti a scremare il gruppo in estate, e adesso si sta facendo un tentativo. Stanno uscendo e usciranno ragazzi giovani, come appunto Strelec, ma posso dire Ellertsson, Sher, giocatori che mi piacciono molto e che possono essere il futuro dello Spezia ma che qui troverebbero pochissimo spazio. È giusto facciano sei mesi per rientrare con le spalle più larghe. Strelec lo vedo eccome, ne abbiamo parlato. Mi piace molto, è lì lì per sbocciare, ma l’abbiamo provato e ancora non è riuscito a dare quel contributo che mi aspetto da lui. Pensiamo per lui ad un percorso e cerchiamo di fare questa operazione, alzando la competizione. Ekdal non lo voglio perdere per alcun motivo. I punti da qui in avanti varranno sempre di più, e quando inizi ad entrare nelle zone calde del campionato per gestire le partite devi avere giocatori che sappiamo interpretarle, ed Ekdal è tra questi, augurandoci che tutti possano stare al meglio”.
Il Torino arriva galvanizzato dalla vittoria di San Siro, come se lo aspetta?
“La vittoria è stata grande ed è quasi impossibile per noi che non siamo allenatori delle prime pensare di affrontare la competizione con successo. L’unico modo, ed è quello che ha fatto Juric, è affrontarla con i titolari, quattro dei quali hanno fatto 120′. Qualcosina in campionato lascerai, ma sono scelte che dobbiamo fare noi. La Coppa Italia, per com’è, è una competizione sminuita, che perde tanto appeal. È una competizione per otto squadre, che entrano ora e giocano in casa. Mourinho, ad esempio, è stato in Inghilterra e sa cos’è la FA Cup. Anche io l’ho imparato lì. Chi ha la matricola della FIGC inglese comincia a giocare in estate e mano a mano entrano le varie squadre di tutte le categorie. La Premier entra molto prima, e il sorteggio è integrale, dando vita a partite storiche, Davide contro Golia. Sono dinamiche di gentilezza legate al calcio: pensate al Liverpool che gioca fuori casa in quarta divisione, a fine partita lascia come dono le sue divise. Questa competizione si riempie di altri significati, significati più comuni. Quella è la vera coppa della federazione. Chiaro, il calendario è intasatissimo, soprattutto per le big, e allora va bene così. Ma la Coppa Italia perde grande valore per i partecipanti. Torniamo al Torino: ha fatto una partita splendida, in dieci, a San Siro contro un Milan che è diventato sempre più Milan nel corso della partita. Sono cose che ti danno spinte, anche se ho imparato a non occuparmi di questi aspetti. Il campo spesso dà risposte differenti da ciò che ti immagini ed è la bellezza del campionato”.