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Genoa-Juventus: Gilardino in sala stampa

Come hai visto la squadra in vista della Juventus?
“La squadra è incazzata, arrabbiata. C’è voglia di rivalsa e voglia di affrontare questa gara con orgoglio e ardore agonistico pensando che sia una grande occasione”.

Tutti i convocati e le conferenze del 16º turno.

Oltre a Strootman ci sarà qualche assenza?
“Retegui ha avuto un problema a Monza, lo abbiamo valutato in questi giorni ma al 90% non sarà della gara”.

Come valuta la caduta come quella di Monza?
“In un percorso di crescita di una squadra come la nostra, per come è stata allestita, per le tempistiche e con giocatori giovani e che hanno giocato poco insieme, ci vuole pazienza ed equilibrio. Sono determinanti per il prosieguo della stagione. Domani incontriamo una squadra di grande struttura fisica, in tutti i reparti ma come detto prima, per noi è una grande occasione. Vogliamo giocarci questa partita, sì arrabbiati, ma lucidi e determinati di cosa dobbiamo fare dentro la gara. E’ una gara allettante, non dobbiamo agire con frenesia ma dobbiamo essere lucidi. Dobbiamo fare una grande fase difensiva e bravi quando abbiamo il pallone fra i piedi”.

Allegri ha detto che il Genoa è la squadra peggiore da incontrare in questo momento. Hai individuato punti deboli nella Juve?
“E’ difficile trovare un punto debole della Juventus. Hanno grande fisicità in tutti i reparti. Come Gatti, Bremer, Danilo, Alex Sandro, Rabiot, McKennie, Locatelli, Vlahovic, Chiesa: abbinano anche grande tecnica. Noi dobbiamo pensare da squadra, il singolo viene esaltato da noi e dalla squadra questo è l’unico modo per creargli difficoltà. Dobbiamo proporre con palla a terra, questo è l’unico modo per creare situazioni per andargli a far male”.

Hai tutti gli altri giocatori come Messias e Gudmundsson: possono reggere, dopo Monza, dall’inizio?
“Sto valutando e pensando. Farò valutazioni sugli undici ma soprattutto sulla panchina. C’è bisogno di tanta corsa, duelli fisici e qualità. Il pensiero non va all’inizio ma in tutta la gara, chi verrà in panchina dovrà farsi trovare pronto. Mi aspetto sempre di più da quelli che entrano, sono le valutazioni che sto facendo”.

Bani sta bene e sarà della partita?
“Può essere della partita. Sarà la prima dopo un lungo periodo. Si è allenato ed è carico come tutti quelli che scenderanno in campo. C’è la volontà di fare la partita come abbiamo fatto sempre. A parte la Fiorentina, ce la siamo sempre giocata sia in casa che fuori. E’ chiaro che contano i risultati e in questo periodo siamo in difficoltà da questo punto di vista. Ma è anche vero che devo e dobbiamo guardare anche a lungo termine, alle condizioni dei calciatori e alla crescita dei singoli giocatori. Domani dovrà mettere la squadra in campo nelle condizioni migliori a livello non solo tattico, ma anche fisico”.

Domani ci sarà il tutto esaurito di nuovo.
“Son sicuro che ci saranno 35mila genoani veri. Di questo sono sicuro. Abbiamo tanto bisogno del loro supporto, non ce lo hanno mai fatto mancare. Noi cercheremo di farli felici con la prestazione. E’ quello che chiederò ai ragazzi: quella voglia di vincere un duello, di avere personalità e coraggio”.

Nel 2016 avete battuto la Juventus.
“E’ un’altra Juventus, è un altro Genoa. Mi baso sulla quotidianità. Mi baso su chi alleno e sui ragazzi che alleno. Mi baso su questa Juventus e sul lavoro che sta facendo Allegri. Sarà una partita importante come lo saranno le successive. Dovremo essere bravi ad interpretarla nel modo migliore”.

Senza Retegui, giocherete col falso nove?
“C’è qualcosa, non da inventare, ma da creare. La volontà è mettere nelle condizioni i giocatori che ho a disposizione. Ekuban anche lui non ha i novanta minuti. Ho delle varianti, le sto valutando. So che se iniziamo a lanciare contro di loro non ne prendiamo una. La mia intenzione è proporre e giocare al calcio. E’ questa la peculiarità di questa squadra. Ci sono poi valutazioni, da Malinovskyi più alto, Albert più basso, Puscas. Vedremo”.

Pensi che Allegri possa cambiare il suo metodo di giocare?
“Può essere che loro, difendendo a cinque, costruiscono a quattro o a tre. Può essere che a seconda degli interpreti può cambiare qualcosa ma non penso a degli stravolgimenti”.

Le critiche?
“Credo che le critiche fanno parte del percorso. Ho letto una frase in questi giorni: la via della virtù e della gloria è irta di difficoltà. E questa frase mi ha colpito e rispecchia tutta la mia carriera, da giocatore e da allenatore. Sicuramente sono responsabile, mi assumo queste responsabilità preferisco riceverle io piuttosto che i giocatori. Se uno deve parlare in un certo modo, è meglio lo facciano di me però penso che il tifoso genoano vero, non i gufi o i maligni, sarà presente domani. I 35mila che saranno presenti allo stadio saranno quelli veri e non i così detti leoni da tastiera che magari insultano o dicono cose poco carine. Siamo nell’era tecnologica, e bisogna essere lucidi per capire chi ti parla dall’altra parte. E’ un momento importante della mia carriera, sono allenatore di un grande club. Ad inizio nessuno mi aveva chiesto di vincere il campionato o andare in Champions, c’è la volontà di fare meglio però calma e cautela con i giudizi”.

I cambi tardivi?
“O lascio dentro giocatori che hanno i crampi e rischiano di stirarsi oppure si sta parlando del nulla. Se Messias sono due gare che sta giocando è capibile che va sostituito, stessa cosa per Malinovskyi. Retegui è arrivato da un campionato in Argentina dove non si è mai fermato, è venuto subito in ritiro, poi ha giocato sempre ed è stato fuori un mese e mezzo per il ginocchio. Adesso sta rincorrendo. Sono tutte dinamiche che chi le vive, e le vivo io, può capire. Quello che dico è che da parte mia c’è la volontà di capire tutti. E ho dimostrato anche di dare fiducia a tutti. Ora è il momento delle risposte da chi subentra e da chi sta trovando poco spazio. E’ il momento che dobbiamo svoltare”.

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