Due uomini si trovano sotto un albero in una strada di campagna perché un certo Godot ha dato loro appuntamento. Arriva però un messaggero, il quale dice che il signor Godot si scusa, ma questa sera non può proprio venire e che arriverà sicuramente domani. Il giorno seguente, stessa identica storia, del signor Godot nemmeno l’ombra.
Questa, in breve, è la trama dell’opera teatrale Aspettando Godot di Samuel Beckett, la cui recensione più celebre recita: “Aspettando Godot è una commedia in cui non accade nulla, per due volte“ (Fonte: http://www.samuelbeckett.it ).
Se si analizza la carriera del giovane portiere dell’Udinese Simone Scuffet, potrebbero saltare all’occhio alcune similitudini con l’opera teatrale sopracitata.
Gli inizi
Era il 1° Febbraio 2014 e, a 17 anni, Scuffet debuttava in Serie A mostrando una sicurezza e un’affidabilità quasi innaturali per la sua età. Complice l’infortunio del portiere titolare Željko Brkić, riuscì a inanellare una serie di prestazioni convincenti che gli garantirono la titolarità anche quando il portiere serbo si ristabilì.
Durante il mercato estivo arrivò addirittura un’offerta dell’Atletico Madrid, ma il giocatore rifiutò, in accordo con la famiglia, perché non ancora maggiorenne.
Le prime difficoltà
Le ottime prestazioni, tuttavia, non furono ritenute sufficienti per mantenere il posto da titolare in quella successiva. Andrea Stramaccioni, nuovo allenatore dell’Udinese, gli preferì Orestīs Karnezīs. Il giovane Scuffet concluse così la stagione con una manciata di presenze all’attivo, la maggior parte delle quali in Coppa Italia.
L’esperienza in Serie B
Non andò di certo meglio l’anno successivo, stagione 2015/2016, con l’esperienza in prestito al Como neopromosso in Serie B, conclusasi con una retrocessione.
Il ritorno all’Udinese
Il 1° Luglio 2016 è la data che coincide col ritorno di Scuffet all’Udinese, ma nuovamente nel ruolo di dodicesimo, ancora alle spalle di Karnezīs. Solo all’avvio della stagione successiva, ovvero quella attuale, ritrova la maglia da titolare e ritrova su di se gli occhi di chi lo aspettava da tempo.
E’ finalmente arrivato?
Purtroppo no. Trascorrono appena 5 giornate e Albano Bizzarri (esperto portiere ingaggiato per fargli da “chioccia”) da “vittima” si trasforma in “carnefice”, scalando le gerarchie di mister Delneri, complici anche alcune prestazioni poco convincenti dell’estremo difensore italiano.
Aspettando…
All’orizzonte una nuova opportunità sembra palesarsi per il nostro “Godot”: un’espulsione, con conseguente squalifica, farà saltare una partita a Bizzarri ed ecco che nuovamente si aspetterà il ritorno del vero Scuffet. È un ritorno che tutto il calcio italiano aspetta, dopo l’addio alla Nazionale da parte di un mostro sacro come Buffon, si attende con spasmodica attesa il nome di colui che potrà sostituirlo degnamente.
Aggiungendo un pizzico di romanticismo, è possibile notare come i più grandi portieri che hanno capitanato la nostra nazionale abbiano il cognome che finisce con una consonante: Zoff, Buffon… Scuffet?