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Allegri: ritiro finito. Juric: non riesco a fare meglio

Allegri soddisfatto del risultato è della prestazione nel derby. Per Juric parole amare di una situazione non positiva e da ribaltare.

Le parole di Allegri

E’ stato un brutto derby.
“E’ stata una gara nella quale abbiamo tirato molto. Non era facile, non avevamo ancora vinto in trasferta. Il Toro battaglia: il primo tempo è stato equilibrato, nella ripresa abbiamo avuto tante occasioni e loro un tiro sul quale abbiamo rischiato. Abbiamo fatto una gara da Juventus, compatti e ordinati. Era importante vincere. C’è stata un po’ di frenesia, ma era difficile soprattutto all’inizio. Bisogna fare i complimenti ai ragazzi: ero sereno, li avevo visti lucidi”.

E’ stata la vittoria del gruppo?
“Non è stato un ritiro punitivo. Ci è servito per lavorare di più e preparare la partita. Stasera li lascio andare a casa. Questo è il primo passo, poi se ci sono eventi straordinari diventa tutto al contrario e si ribalta di nuovo. E’ il bello del calcio, questa vittoria ha più sapore”.

Può essere la scintilla?
“Era una partita importante: abbiamo analizzato, stasera abbiamo vinto la prima in trasferta. Ora dobbiamo recuperare le energie e vincere contro l’Empoli per continuare il percorso”.

Come ha visto Vlahovic?
“Bremer problema al flessore, Vlahovic ha rischiato di essere castrato. Indipendentemente dal gol, ha fatto una partita di ottimo livello tecnico: tutti devono migliorare da quel punto di vista. Veniva da due partite brutte tecnicamente, mentre in precedenza aveva fatto bene. Potrei migliorare anche io, figuriamoci uno di 22”.

Il 3-5-2 può essere affidabile?
“Se vinci, è affidabile. Oggi conta la prestazione: Kean avrebbe meritato il gol, ma non l’ha fatto. Paredes è entrato con entusiasmo, Bonucci è entrato a freddo…Ora dobbiamo continuare, giocheranno tutti e bisogna continuare con questo approccio”.

C’era paura?
“No, non ce n’era: quando prepari le cose…Poi capitano gli imprevisti. Noi dobbiamo lavorare perché non succedano, oggi avevamo un atteggiamento difensivo importante ed eravamo sul pezzo”.

Cosa non le è piaciuto della sua squadra?
“In panchina ero sereno, parlavo con Landucci. C’era il rammarico nel primo tempo di non aver segnato. Stasera abbiamo difeso bene a campo aperto e, appena perso la palla, rientravamo tutti sotto la linea della palla”.

Le parole di Juric

Avete fatto una serie macroscopici di errori tecnici: è il rimpianto?
“Sì. Sono d’accordo: tutte le occasioni della Juve, dalla prima, sono stati errori pesanti dal punto di vista tecnico e senza senso. Sono errori banali sia nel primo che nel secondo tempo, normalmente non te li aspetti. E’ il più grande rammarico”.

Manca una punta?
“Nel secondo tempo ci ho visto meglio, creando di più. Nel primo tempo potevamo fare di più, senza punte centrali devi lavorare di più. Il rammarico è quello di prima: abbiamo fatto errori aprendo il campo alla Juve”.

Nel primo tempo si poteva fare di più?
“L’abbiamo preparata come sempre, poi ci mancava uno spunto vincente nel vincere un uno contro uno e creare superiorità. Potevamo fare qualcosa in più, ma spirito e idee erano gli stessi. Poi hanno giocato palla lunga”.

Siete stati troppo nervosi?
“Ci sta perdere palla se gli altri fanno pressing, ma normalmente non facciamo questi errori. Noi abbiamo fatto un altro tipo di errori rispetto al solito”.

In lei e nello spogliatoio c’è frustrazione?
“E’ un discorso più ampio. Quando sei a Torino, puoi fare un anno di rinascita come l’anno scorso e si vedevano le cose in un certo modo, ma poi non va più bene: senza niente togliere a Verona, dove accettano una situazione, a Torino non l’accettano e si crea frustrazione all’esterno. Il Toro deve valere di più, ma io guardo la realtà: so bene qual è e cosa abbiamo fatto, ora lo devo trasmettere. E’ un lavoro difficile, nella vita bisogna porsi obiettivi realistici. Io posso solo lavorare con i ragazzi che danno sempre il massimo”.

Cosa sta succedendo al Toro?
“Con l’Empoli è stata tra le più belle della mia epoca, quindi non la vedo così”.

Come si tira su il morale?
“Vogliamo passare in coppa Italia martedì e riprendere la strada. Ci sono momenti positivi e altri in cui ci dobbiamo adattare, ma il campionato è appena iniziato e dobbiamo riprenderci subito”.

E’ stato bello l’apporto dei tifosi?
“E’ stato bellissimo l’ambiente, c’è stato un grande sostegno: mi dispiace non fare qualcosa in più. Come allenatore, non riesco a dare qualcosa in più a questa piazza. Ma non riesco a fare un passo in più. C’è una buona squadra, ma non riesco a dare le soddisfazioni che la piazza si merita. So che ha fatto tante cose belle, che lavoriamo come cani e abbiamo avuto tanti problemi, ma cazzo non riesco a spingervi su. Ma non è rassegnazione”.

A gennaio cosa servirà?
“Non chiedo rinforzi. Ho preso due schiaffi e ho fatto due passi indietro. Io ho sempre litigato e lavorato, anche a Verona abbiamo fatto tanti litigi e abbiamo preso Amrabat cambiando la stagione. Su certe cose però non arrivo e io mi devo concentrare sulla squadra: questi ragazzi si allenano al top, ma dedico le mie energie sul campo. Il primo mercato a Verona è stato turbolento e abbiamo fatto risse, poi mi sono tirato indietro ma avevano capito cosa volevo e non c’era più bisogno che facessi il pazzo”.

L’addio è vicino?
“Io non comando. Noi siamo il Toro: abbiamo fatto un primo anno strepitoso. Per arrivare decimi, e sarebbe uno scudetto, devi avere entusiasmo. A Verona mi chiedevano perché non fossi felice nonostante un nono posto, io volevo andare in Europa. A Torino non va bene il 12esimo o 13esimo posto, io mi sento una persona che non riesce a dare soddisfazioni. Non riesco a fare un passo. Io mi critico sempre, mi chiedo “Ivan, perché non batti l’Empoli?” e mi dico di fare qualcosa di più. Siamo tutti insieme, ma io non riesco a dare questa cosa qua”.

Manca qualità nella sua squadra?
“Ci sono situazioni in cui può avere giocatori migliori o non migliori. Ho sempre valorizzato i giocatori, se a me danno contratti così importanti è perché i giocatori crescono di valore. Il mio lavoro è prendere giocatori e portarli ad un altro livello. Non ho mai avuto grandi giocatori, io cerco sempre la chiave giusta per farli crescere e per questo vengo apprezzato”.

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