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Allegri: dobbiamo trasformare la mancanza della Champions in opportunità

Che effetto fa ripartire senza il fiato sul collo della giustizia sportiva:
“E’ stato importante, una liberazione dopo i mesi passati, siamo contenti di questa vittoria, c’è però solo da migliorare. Il primo tempo è stato buono, nella ripresa c’è da crescere, le due fasi si potevano fare meglio, ecco perché dobbiamo continuare a lavorare con i piedi per terra, andando molto piano. Non dobbiamo essere soddisfatti, normale che c’era caldo, ma bisogna fare ancora meglio, non bisogna bearsi di quanto fatto bene, anzi analizzare quanto sbagliato”.

Weah? C’è stata un attimo di incertezza nei cambi?
“Domani si taglia i capelli perché se li è toccati cento volte, poi Weah sappiamo che ha qualità, volevo mettere Kostic, poi Chiesa e Cambiaso hanno chiesto il cambio e allora i piani sulle sostituzioni sono cambiati”.

Ora una settimana di lavoro:
“Non giocare ogni tre giorni ci mancherà molto, per questo dobbiamo mettere tutta la voglia di lavorare, dobbiamo trasformare l’assenza dalla Champions League in opportunità per lavorare al meglio”.

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Tante occasioni a sinistra:
“A sinistra abbiamo fatto tanto perché con Miretti e Rabiot portavamo creare superiorità numerica, abbiamo fatto bene tante cose nel primo tempo, però c’è da migliorare ancora in certe cose”.

Squadra di gamba oggi:
“Un allenatore deve sfruttare al meglio le caratteristiche dei suoi, se hai dei giocatori con meno esperienza, ma di gamba, con una settimana di allenamenti, bisogna spingere. Il primo gol di Chiesa è stato simile a quanto fatto col Real, in quelle situazioni lì diventa importante anche Vlahovic. Però mi diverto quando si vince, quando non si vince mi diverto meno”.

250 vittorie contro la Juventus, dietro solo a Trapattoni:
“Un motivo d’orgoglio e lo scopro da voi, allenare per otto anni la Juventus è motivo d’orgoglio, sono molto contento, stare dietro a una leggenda del calcio italiano come Trapattoni può essere solo motivo d’orgoglio. Voglio ricordare Mazzone che ci ha lasciato, ho avuto la fortuna di conoscere i vecchi allenatori e ne vado fiero, era un calcio diverso, ma parlo soprattutto del lato umano”.

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