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Paolo Bona / Shutterstock.com

Alen Halilovic, il Messi croato

Un soprannome troppo pesante per l’ex stella della Dinamo che ora, per promesse infrante, ricorda più Martin Odeegard che il fenomeno argentino

Croato, classe ’96, e neanche a dirlo prodotto della fucina di talenti della Dinamo Zagabria dove vestiva la maglia del predestinato infrangendo non pochi record. Ha 16 anni e 106 giorni quando diventa nell’autunno 2012 il più giovane esordiente del campionato croato contro l’Hajduk Spalato. Passa solo una settimana quando diventa anche il più giovane marcatore. Contro il Portogallo diventa il più giovane esordiente della nazionale croata ed in Champions subentra a Mateo Kovacic di cui alla Dinamo era l’erede designato.

L’arrivo a Barcellona

Con numeri del genere le strade che poteva prendere non erano molte e fra i top club europei che bussavano alla sua porta, spinto dal padre, anch’egli calciatore, nel marzo 2014 scelse il Barcellona. Il Messi croato, soprannome che si era guadagnato per dribbling, sinistro fatato e persino una vaga somiglianza fisica, avrebbe raggiunto Messi, quello vero, in Catalogna per una cifra intorno ai 5 milioni di euro e un contratto con una clausola per cui nel suo secondo anno avrebbe necessariamente dovuto giocare in prima squadra. Dopo una stagione nella filial dove non convinse fu quindi catapultato nel Barça campione di tutto dove, forse ovviamente, non trovò spazio.

Inizia il suo girovagare

Da qui inizia per Halilovic una diaspora fra Sportin Gijon, Amburgo, tutt’ora detentore del cartellino, e Las Palmas, dove il croato lascia brandelli di talento e discontinuità. Più che un Messi dunque al momento sarebbe più azzeccato definirlo un Odegaard croato.  Se anche l’Amburgo ha rinunciato al giocatore potrebbe significare che i pro sono meno dei contro. Al momento Alen ha solo 22 anni e davanti ad un mancino del genere in saldo, quello del Milan potrebbe essere un colpo visto l’ancora giovanissima età ed un ambiente come quello di Milanello che i talenti sa come coltivarli.

Dove giocherebbe?

Molti in questi primi giorni lo vedono in un 4-3-3. Se Gattuso ripescasse dal suo bagaglio di vita rossonero quell’albero di Natale tanto caro a Carlo Ancelotti? Chalanoglu, Bonaventura, o Suso se dovesse rimanere (cosa assai improbabile considerando non essere nemmeno presente nella rosa della prima squadra sul sito ufficiale del club), ne sarebbero degli ottimi interpreti. Anche schierarli tutti in un 4-2-3-1, con Kessie e Biglia a formare la diga di centrocampo, potrebbe essere una soluzione. La domanda che i tifosi rossoneri si continuerebbero a porre sarebbe però: “chi sarà il centroavanti che andrebbero ad inspirare?”. Quel qualcuno, stando alle ultime indiscrezioni, potrebbe essere Ciro Immobile.

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