Settimana corta, quanto ha influito sulla preparazione della gara? Sarà un fattore? La gara con il Lecce aiuterà anche te a capire qualcosa in più delle potenzialità della tua squadra un po’ contraddittoria sin qui?
“Contraddittoria per gli esterni ma non per me, non ho bisogno di aspettare la gara con il Lecce. Siamo sempre alla ricerca di risposte e io le ho avute anche con il Monza. Ne parlano tutti del calendario, ne parliamo troppo, dobbiamo accettarlo: abbiamo le capacità per prepararla separando i carichi di lavoro, realmente ci siamo allenati insieme solo oggi”.
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Situazione infermeria?
“Non saremo al completo e può essere un peccato ma può essere un momento positivo per chi ha giocato meno. A centrocampo non ci sarà Matheus Henrique e giocherà un altro, così si creano delle opportunità. Quando la squadra fa prestazioni in crescita è normale dare continuità. Oggi ci siamo allenati, Pinamonti e Ruan si sono allenati in gruppo e sono recuperati, questa è una notizia positiva”.
Che tipo di risposte si attende anche in chiave classifica?
“Non è che mi faccia impazzire questa domanda perché andiamo sempre alla ricerca di qualcosa in più che in questo momento in questo ambiente non esiste. Siamo diversi rispetto all’anno scorso e non possiamo fare paragoni, c’erano momenti diversi, avversari diversi, noi diversi per sistema di gioco e interpreti, soprattutto il momento è diverso. Ci piacerebbe ottenere un risultato positivo in un campo che farà le fortune del Lecce. Loro sono partite bene, sono organizzati, sono compatti in fase difensiva e quando riattaccano hanno individualità importanti. Li rispettiamo. Abbiamo qualità per batterli. Sarà un campo difficile, caldo, dove la tifoseria si sente e questo è uno stimolo in più, dovremo essere più continui, cosa che ci è mancata con il Monza. Avrei voluto una risposta importante facendo la terza vittoria consecutiva, questa è una risposta importante, ma bisogna dare il tempo ai giovani, a chi è arrivato, poi ovvio che le squadre corrono e lo dimostra il Lecce che ha 11 punti con merito e il nostro obiettivo è superarli in classifica sapendo che non sarà facile, ma guardare la classifica non è da me: alla quarta ho sentito dire tutto in discussione, alla sesta ho sentito parlare di calcio migliore della A, alla settima devo guardare di nuovo alla classifica, ecco tutto questo non è per me”.
È un Sassuolo che adesso si pone obiettivi a breve termine per contribuire alla crescita?
“Assolutamente sì e li metto davanti a tutto. L’obiettivo è la crescita attraverso le prestazioni e dobbiamo portare tutto questo a far sì che arrivino i risultati. Con l’Inter eravamo stati super nelle situazioni offensive, con il Monza meno, e l’obiettivo è create tante situazioni offensive ma è normale che non sempre si riesca a capitalizzare tutto quello che si crea. L’obiettivo è essere squadra in fase difensiva, di più di come lo siamo stati con il Monza, e se riusciremo a esserlo domani avremo più possibilità di fare risultato. Non facciamo la corsa sul Lecce, sul Bologna, sul Torino, la facciamo su di noi sapendo da dove siamo partiti. Pian pianino siamo cresciuti, una sconfitta non dice che siamo in decrescita ma al tempo stesso dobbiamo fare una bella partita anche se sarà difficile fare la prova fatta con la Juve perché siamo la somma di tutte le partite e dopo 7-8 partite è poco per fare la somma, arriviamo a un terzo del campionato e lì inizieremo a fare una buona media su chi siamo”.
Possiamo aspettarci una interpretazione diversa del trequartista domani? Thorstvedt può tornare utile a centrocampo? E Castillejo è quello che può entrare dall’inizio?
“Thorstvedt lo considero un centrocampista e quando gioca da trequarti lo fa perché sa coprire le linee di passaggio in maniera diversa, può attaccare su cross e ha tiro da fuori. Bajrami è più offensivo, nasce quasi esterno d’attacco. Castillejo anche ma con caratteristiche diverse da Bajrami, è più tecnico e ha meno inserimenti senza palla e dunque in base alle partite faremo delle scelte. Non è detto che Thorstvedt non rigiochi domani nello stesso ruolo, si sta allenando nei due ruoli, a differenza di Bajrami e Castielljo che si allenano su quel ruolo e anche su altro, poi a volte si può essere più efficaci o meno. Castillejo è cresciuto, porta esperienza, qualità ed entusiasmo ed è importante. Domani vediamo, devo fare delle valutazioni anche in funzione del minutaggio di alcuni giocatori che sono cresciuti ma potrebbero essere un pochino sulle gambe”.
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È la prima volta senza Henrique quest’anno: quanto può pesare?
“È normale che Matheus ora, giocando tanto e per merito, è diventato un giocatore solido, importante, per questa squadra, sia nell’organizzazione che nel gioco e il fatto che abbia giocato sempre dimostra quanto sia diventato affidabile e al tempo stesso la sua affidabilità non ha dato spazio ad altri perché l’allenatore è andato sulla ‘certezza’, ora è il turno di qualcun altro. Chi giocherà domani avrà la mia fiducia, la speranza è che la concorrenza si alzi, e chi giocherà nel ruolo che in queste gare è stato di Matheus sono convinto che farà la miglior prestazione perché è da un po’ che bussano quelli che sono dietro, io ho fatto delle scelte ma i giocatori mettono sempre in discussione le mie scelte”.
Complimenti per il premio di allenatore del mese. Il Lecce ha incassato il 56% dei propri gol (cinque su nove) nella prima mezz’ora di gioco finora. Il Sassuolo è la formazione che ha subito più gol nell’ultima mezz’ora di gioco in questo campionato, 8 su 13. Sembra scritta: gol del Sassuolo all’inizio e beffa nel finale? Perché il Sassuolo subisce tanto nel finale?
“Ti ringrazio, ma è tutto merito della squadra e al lavoro che c’è dietro. Mi ha fatto immensamente piacere perché lo condivido con tutti ma non ho più merito di un qualsiasi addetto ai lavori del Sassuolo ma mi piacerebbe essere tra i candidati verso la fine del girone di ritorno perché vuol dire che la squadra sta facendo bene e sta crescendo. Per quanto riguarda la partita, il fatto che abbiamo preso anche troppi gol per quello concesso. Con il Monza abbiamo fatto all-in troppo presto. Dobbiamo essere più compatti, più squadra. Sappiamo che abbiamo meno fisicità e andando più in là con la gara e i dettagli e i duelli determinano il risultato, a favore o a sfavore, credo però che siano dei fattori contingenti alle partite giocate e non dico che questo non sia un monito ma anche questa cosa come la classifica mi riservo di valutarli tra un po’, fermo restando che la Serie A dice che negli ultimi 10-15 minuti cambia totalmente la partita e il risultato in tutti i campi, c’è un’ultima partita nella partita e noi dobbiamo crescere di squadra, di organizzazione, consapevolezza, fermo restando che dobbiamo continuare a fare dei passi in avanti”.
I cinque uomini che entrano a volte spostano anche in negativo…
“Per i superficiali rispondo in maniera superficiale è in base ai cambi, giusti o sbagliati. Realmente se uno sapesse dopo come va la partita i cambi non li sbaglierebbe nessuno, e lo sento dire sempre dopo. Dipende da contro chi giochi, noi nelle prime 7 abbiamo affrontato 4 squadre che arriveranno in Europa sicuro, probabilmente 3 in Champions e nei cambi contro di loro c’è differenza, anche vero che lì siamo riusciti a sopperire. Ci sono diversi fattori. Vedo in A ma anche in B che può spostare, è dovuto dal risultato, dalla palla inattiva che determina tanto e noi su questo abbiamo qualche defezione rispetto ad altre squadre e dobbiamo essere sempre più squadre. Andrebbe analizzato sul medio-lungo periodo ma lo noto sempre di più in A che negli ultimi 10-15 minuti la partita è un’altra rispetto a prima, legata all’andamento del risultato e al calore del pubblico”.
C’è questa attenzione anche quando prepari la partita?
“È questione di tante cose. Due anni fa si giocava a stadi chiusi, c’era una variabile in meno. Anni fa non c’era il VAR ed era una variabile in meno. Tante cose che vanno analizzate ma nel medio-lungo periodo, poi i duelli spostano”.
Cinque cambi?
“Io la manterrei così perché permette di tenere un livello alto, coinvolgi più giocatori, al tempo stesso si viene più criticati per i cambi ma chi entra ha preparato la partita prima ma durante la partita non ha partecipato ma tutte le letture deve farle sue al momento che entra e chi entra è condizionato dall’andamento della gara e dall’atteggiamento della squadra. Era difficile non far bene a San Siro per l’atteggiamento, era difficile far bene a Frosinone per chi è entrato dunque chi entra ha un peso importante perché può cambiare la partita, è vero che incide anche la scelta dell’allenatore, a volte la si pensa in un modo e poi succede altro come ad esempio con il Monza quando stavo preparando un cambio offensivo e abbiamo preso gol e ho dovuto mettere un difensore per infortunio, questi sono fattori che succedono e bisogna farsi trovare pronti il più possibile accettando il risultato del campo”.
Il trasmettere l’idea che ogni tanto un punto può andar bene può starci nel processo di crescita?
“Sì, poi dipende dall’impronta che dà l’allenatore. Io vorrei far passare alla squadra che si gioca per vincere ma bisogna fare dei passaggi per arrivare ad essere migliori e la responsabilità devo assumermela io e quando faccio un cambio lo faccio per mandare un messaggio alla squadra perché cerco di leggere quello che sta facendo la squadra ed è difficile che un cambio, a meno che tu non abbia un top player, può spostare, e allora devi andare un po’ dietro mandando dei messaggi anche con le caratteristiche. La penso come te, condivido la tua affermazione, ma mi piacerebbe che la squadra trovasse coraggio, ambizione e poi continuità. So che non è semplice ma piuttosto mi assumo io le responsabilità”.
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