Iachini presenta la sfida che attende la viola a Cagliari. Un risultato positivo potrebbe dire aver chiuso in anticipo il discorso salvezza.
Iachini saluta la panchina viola dicendo che le strade si divideranno nella prossima stagione in modo da lasciarsi in buon rapporto con tutti. In viola ci rischia la salute.
Cosa sente di aver fatto per la Fiorentina in questo periodo in viola?
“Le due annate sono da dividere. L’anno scorso sono arrivato a novembre e c’era tempo per lavorare e portare nel gruppo determinate cose, come mentalità e idee tattiche. Siamo arrivati al decimo posto partendo dalla zona rossa. Nello stesso tempo si è creata la problematica del Covid e del lockdown, con la lontananza dei tifosi che abbiamo patito. Ci siamo stretti e abbiamo lottato insieme creando un bel gruppo. Quando vivi situazioni pericolose anche a livello sanitarie, ci si unisce ancora di più. L’abbiamo vissuta in crescendo, c’era preoccupazione ma abbiamo finito con entusiasmo. Quest’annata è stata altrettanto particolare, senza preparazione. Abbiamo avuto qualche problematica ancora con il Covid ed è stata un’annata dove forse ci voleva un po’ più di pazienza. Dopo sette partite sono andato via e ci è mancata la continuità del lavoro che le altre squadre invece hanno avuto. C’è una crescita quando lavori con continuità. Quando sono tornato si è trovato una situazione difficile mentalmente, anche con la paura. C’era grande tensione e i festeggiamenti di sabato scorso è dovuta a questa. C’era paura con un calendario difficile sia in casa che in trasferta. La classifica era da rimettere e squadre alle spalle con un quadro tecnico importante proprio come il Cagliari e il Torino. Siamo riusciti col lavoro a rimettere in carreggiata la stagione. Siamo una delle squadre che ha segnato di più nelle ultime partite. Sul piano del gioco siamo migliorati, quello che è mancato e abbiamo perso è un po’ il lavoro sulla linea difensiva dove la continuità è fondamentale. L’anno scorso siamo diventati la miglior difesa con gli stessi ragazzi e quando sono tornato è stata la difficoltà più grande. Stiamo ritrovando la continuità anche se con qualche errore. Abbiamo dato una bella spallata con la partita di domenica. Sicuramente abbiamo fatto tantissimo a tre giornate dalla fine ma dobbiamo onorare le ultime tre gare. Ci aspetta una partita molto difficile contro il Cagliari contro una squadra di ottima qualità. Semplici ha fatto un ottimo lavoro. Dovremo affrontare la gara con applicazione e attenzione”.
Domani è la partita decisiva per la salvezza?
“La squadra sa di affrontare una partita importante. Sarebbe stato molto più difficile affrontarla con un’altra classifica ma dobbiamo tenere la concentrazione alta e fare la nostra partita. Ci vuole il giusto atteggiamento e la squadra si sta preparando”.
Come sta vivendo Vlahovic questo momento?
“La squadra lo sta supportando mettendolo in condizione di segnare. Anche sui piazzati siamo riusciti a segnare e con delle trame che stiamo preparando. Lui sta vivendo un periodo d’oro, sta lavorando bene con umiltà e capendo che solo lavorando sodo si possono raggiungere risultati importanti. Nel calcio in una partita sei imbattibile e quella dopo sei uno dei tanti. Bisogna continuare a lavorare con lo stesso spirito. C’è da ringraziare il gruppo e la squadra. Con quello che propone anche tutti gli altri compagni stanno mettendo gli attaccanti nelle condizioni giuste. Tutto il gruppo, compresi Borja, Callejon, Barreca…giocatori che esultano a ogni gol e portano valori importanti e punti a fine campionato. Anche la compattezza e lo spirito portano a dei risultati. Questo è il nostro diktat, guardare avanti sotto la stessa bandiera, quella viola”.
Kokor in può essere utile per le ultime gare e per il futuro?
“L’abbiamo visto da pochi giorni a lavorare con noi. Viene da un infortunio e da parte sua un po’ di preoccupazione c’è. Lui non ha potuto lavorare a lungo e dunque non ha trovato la continuità di allenamenti che serve. Ora è rientrato da qualche giorno, stiamo cercando di spronarlo. Lui dà disponibilità ma quando vieni da un infortunio di un certo tipo, ti condiziona. Psicologicamente non ti aiuta e ti frena. Vedremo nei prossimi giorni se potrà migliorare e dunque possa tornarci utile in questo finale”.
La sua avventura alla Fiorentina è conclusa?
“Sono stato richiamato in un momento di grande difficoltà. Non ho potuto dire di no per tre motivi: primo perché sono legato alla maglia viola e a Firenze e volevo ricambiare l’affetto in un momento così complicato; secondo perché il presidente ha sempre mostrato grande stima nei miei confronti sia per la persona che per il lavoro che aveva visto sul campo; infine per il rapporto con il gruppo e la squadra tutta, con i quali avevamo vissuto insieme la pandemia e il Covid. Mi sentivo di tornare per dare una mano e cercare di portare la mia esperienza. L’ho fatto molto volentieri e col cuore. Ora stiamo raggiungendo l’obiettivo in un campionato difficile. Io penso a chiudere al meglio la stagione e poi terminato il campionato, anche se i rapporti sono ottimi, Beppe farà come giusto che sia il suo percorso. Qui non faccio solo l’allenatore, ci rimetto anche la salute e forse è meglio pensare ad altre cose. Nel calcio mai dire mai ma mi piace rimanere con un grande rapporto con tutti e un grande feeling e finire alla grande così”.
Secondo lei cosa ha bisogno questa squadra dal prossimo anno per poter esprimere i propri valori e avvicinarsi alle zone di classifica che competono alla Fiorentina?
“Ci vuole continuità del lavoro perché il calcio è un lavoro e non un gioco. Il calcio è fatto anche di episodi, ma se si cambia sempre non c’è continuità. Quest’anno è mancato questo, poteva farlo con me o con Prandelli ma non ce l’ha fatta. Le magie non le fa nessuno. L’Atalanta ha Gasperini da anni, alla Lazio c’è Inzaghi, per fare due esempi. Sinisa è tre anni che lavora col Bologna. Il calcio è anche questo. Poi ci sono situazioni estreme dove sei costretto a cambiare ma per un gruppo di lavoro, serve continuità. In questo senso starà alla società stabilire con chi sarà a guidare la squadra cosa e come fare. Ogni allenatore ha priorità e scelte. Io conosco i giocatori e so cosa possono dare. Ognuno ha le sue idee e chi sarà l’allenatore dirà le proprie”.
Come sta la squadra e se al momento l’unico assente sarà Borja Valero?
“Siamo usciti dalla partita con la Lazio con grande fatica fisica e mentale. Qualche ragazzo ha preso qualche botta e dunque dovremo valutare anche nel prossimo allenamento e nella rifinitura di domani. Vedremo chi non potrà scendere in campo da subito magari entrerà nella ripresa. Parlerò con i medici per conoscere i recuperi”.
Cosa manca a Martinez Quarta per essere un titolare?
“Chino l’ho scelto io nel mercato di settembre. Quando siamo andati a scegliere un difensore, lui aveva un prospetto di un certo tipo, giuste per noi. Abbiamo dovuto inserirlo subito, poi sono passati mesi e nell’organizzazione della linea difensiva che io chiedo alla squadra, delle conoscenze e dei meccanismi, mancava un po’. Ha fatto però le sue partite, non è che non le ha fatte. Sta lavorando e sta facendo il suo percorso di crescita e in un reparto come quello della difesa, dove mi aspettavo qualcosa in più rispetto agli errori che erano figli del lavoro del primo anno. Ci sono dei lavori che senza continuità vengono meno, soprattutto nei meccanismi della difesa. Anche io non mi aspettavo che potessimo fare qualche errore che poi abbiamo commesso, però ci sta”.
Come sta Castrovilli?
“Non solo Gaetano è cresciuto, anche Amrabat, Biraghi e Pulgar che nel primo periodo non avevano fatto bene anche perché avevano avuto delle problematiche. Stiamo cercando di ritrovare tutto il gruppo, compreso Castrovilli che ha avuto qualche problemino e stiamo cercando di gestire. Terminata la partita l’avevo preparata con due mezzale molto offensive per giocare dietro alle spalle di Milinkovic e Luis Alberto e così è stato. Domani sarà da valutare perché giocando dopo tre giorni serve capire il suo recupero dopo il grande dispendio contro la Lazio”.
Vedremo uno tra Barreca e Montiel?
“Stanno lavorando bene e vedremo la prossima partita cosa ci detterà. Abbiamo visto meno anche Eysseric e Callejon perché siamo passati in vantaggio e ci servivano altre cose rispetto ad altre. Ogni partita ci sono sviluppi diversi. Punto molto su tutti, anche su quelli che non ho potuto sfruttare al massimo nella mia seconda parte della avventura in viola. Avrei voluto sbottonarmi in più ma visti i problemi in difesa, non ho potuto farlo. Avrei voluto portare meccanismi offensivi diversi ma anche con altri giocatori come Callejon ma non potevo squilibrare la squadra in un momento dove serviva portare a casa dei risultati e dei punti. Qualche ragazzo ha pagato più dazio e mi è dispiaciuto. Ma la serietà e la professionalità è stata esemplare da parte di tutti”.