Milan: le parole di Giampaolo prima del derby.
Mister Giampaolo illustra in conferenza stampa le difficoltà ed i buoni propositi legati al derby di Milano contro l’Inter di domani sera.
Sull’impatto con il derby guardando lo stadio
Proverò questa sensazione domani sera. Lo scorso anno venne un mio collaboratore e mi raccontò di un gran clima, di una grande passione che coinvolge, che trascina e che vi racconterò.
Sul morale dei giocatori
La nostra ambizione è quella di giocare bene e vincere. E’ stata sempre la mia ambizione e cerco di trasmetterlo alla squadra. Le vittorie ti aiutano nel percorso ma credo che bisogna vincere e convincere. Il lavoro che facciamo è per arrivare a questo tipo di sintesi.
Sulla partita più importante per Giampaolo
Salite e discese fanno parte del mestiere dell’allenatore. Difficile trovare uno con la strada spianata. Questa è una partita importante, il derby fa storia a sé. Li ho vissuti a Genova e so cosa significa per il tifoso, l’ambiente, i rumori e le sensazioni. E’ una partita importante e ambisco a giocarne tante.
Sulla settimana vissuta
Preferisco calciatori concentrati, vogliosi, entusiasti che vogliono giocare la partita. I nervosismi non mi interessano non c’è da alzare il livello in questo tipo di partite perché si alza da solo. C’è un dispendio di energie talmente alto che non c’è da aggiungere niente. Preferisco calciatori sereni perché il nervosismo non ti aiuta a giocare bene. Se vuoi farlo devi essere sereno e divertirti.
Sulle scelte tattiche in relazione a Brozovic
L’Inter è chiara, definita che fa le cose con ripetitività. Dobbiamo fare un lavoro collettivo, di grande responsabilità e maturità tattica. E’ la partita più difficile sul piano della contrapposizione. Non il singolo ma con un atteggiamento collettivo.
Sull’Inter favorita
In ogni partita hai qualcosa da vincere o perdere. E’ una sfida importante e lo sarà sempre da qui alla fine. Non so come ci arriva l’Inter, è così particolare che sfugge a qualsiasi tipo di pronostico. Confido nella capacità di saperla fare.
Sull’ultima uscita dei nerazzurri
La partita dell’Inter in Champions l’ho vista ma rispetto alle gare precedenti ha trovato una squadra con contrapposizione diversa che gli ha dato più fastidio. Nonostante questo è comunque una squadra definita che ha cercato di fare le sue cose. Credo che tutto il lavoro che fai e le cose su cui poni le attenzioni vadano messe nella partita chiave che ti fa svoltare. In passato dicevo che molte cose non le facciamo con gli automatismi giusti. Arriva la partita che giochi con un’ istintività diversa, consapevole. Ogni partita è buona per fare esprimere la squadra sulle cose che proviamo in allenamento.
Milan sfavorito come vantaggio
Non mi interessa, non voglio essere sfavorito. Voglio che la squadra faccia la partita giusta, attenzione ai dettagli. Non c’è una favorita e una sfavorita. Non mi prendo nessun vantaggio in questo.
Sul sistema di gioco
Si lavora per ottimizzare, non ci sono particolari. Giocar bene è una questione di mentalità, di qualità, di atteggiamento, di freddezza e altruismo. Un insieme di cose.
Sul Milan come lo Slavia Praga (dichiarazioni di Jerry Scotti)
Lavoriamo per far meglio dello Slavia Praga. Molte volte si può difendere anche tenendo la palla. Solitamente difendere così è da grande squadra non mi piace difendere stando nel fortino. Puoi difendere in maniera diversa ma noi vogliamo far bene tante cose. Idealmente non mi piace una squadra che difende basso, che gioca palla lunga, che non ha voglia di riconquistarla. Bisogna perfezionarsi e trovare la crescita e consapevolezza tattica, la capacità di equilibrio nel trovare il dettaglio. Attraverso il lavoro si ottiene questa.
Su Antonio Conte
Ha avuto un percorso importante, l’ho seguito agli inizi, so che tipo di evoluzione ha avuto. All’Inter ripropone il calcio del primo Conte. Non l’ho mai incontrato ma il ceppo lo conosco e so quale tipo di idea di calcio ha.
Sul terzino destro
Gioca Conti. Ha questa possibilità, il ragazzo si allena bene è sempre attento. E’ cresciuto rispetto a qualche mese. In fase difensiva sapeva di dover migliorare e si è messo con grande disponibilità facendo miglioramenti. Domani avrà la possibilità di dimostrare come sta niente di più. Non va in guerra va a giocare una partita.
Sulla partita come svolta
Ogni partita è buona per acquisire consapevolezza e convinzione. Nelle grandi amichevoli che abbiamo fatto quest’estate la squadra ha espresso trame e fili molto vicini a quello che è il nostro pensiero. In campionato siamo riusciti meno ma quello spartito la squadra l’aveva assimilato. L’aria l’aveva annusata e questo mi fa ben sperare, perchè capita la partita in cui metti a frutto e ritrovi le soluzioni alle quali lavoriamo e questo fa crescere l’autostima. E’ difficile tatticamente per la disposizione in campo dei giocatori dell’Inter. Bisogna avere la capacità di leggere le situazioni. Chiudiamo il cerchio con stasera.
Sui nuovi acquisti
Per me esiste il Milan. Non Tizio, Caio e Sempronio. Alleno ventitre giocatori dei quali sono contento e per me c’è il Milan. Non discuto dei singoli calciatori. Il Milan al di sopra degli interessi di ognuno di noi.
Su Lukaku
Nessuna differenza con il passato, non è il singolo calciatore ma per struttura non cambia nulla.
Sui complimenti del Manchester United dopo Cardiff
Se la squadra è riuscita ad intraprendere quel tipo di calcio, quel modo di interpretare penso si possa fare. Le integrazioni hanno rallentato il periodo di assestamento. I calciatori arrivati alla fine dalle vacanze, che comunque ho fatto giocare. Quella squadra aveva un’idea siamo partiti con 8-9 primavera che hanno giocato quella partita. Sono convinto che lavorando assieme possiamo arrivare ad esprimere quel tipo di calcio. C’è sempre un avversario ma dobbiamo avere un’identità chiara e riconoscibile. Non l’ho cambiata spesso la formazione gli obiettivi si ottengono lavorando insieme.
Sul morale dello spogliatoio
L’ho vista serena e tranquilla. Ha lavorato con la stessa consuetudine senza isterismi. Bisogna giocare con gioia ed entusiasmo, anche questa ma sempre in maniera responsabile. Dico ai calciatori di entusiasmarsi, fare le cose per bene ma giocando la partita. Da bambini ci divertivamo quando ci passavamo la palla sennò a correre dietro agli altri non mi divertivo. Lo spirito deve essere quello sempre. Il calcio è bello se mi diverto, mi entusiasmo, acquisisco autostima e cresco. Dobbiamo battere quella strada lì. La squadra lo ha sempre fatto, ma si è passata forse troppo la palla a Verona non essendo decisiva negli ultimi metri. Ma quelle sono difficoltà del percorso, il mantra è gioia, divertimento, entusiasmo.
Sul confronto di Paquetà
Nessun confronto, nessun nervosismo. Una chiacchierata che ad arte è stata ingigantita perché c’è il derby.
Su Biglia
E’ un giocatore esperto, ha giocato tante partite importanti anche di Coppa del Mondo. Quando dopo Verona ho fatto quelle dichiarazioni volevo dire che si tratta di un giocatore di esperienza ma dobbiamo giocare in undici e poi in quattordici.
Su Rebic
Ha volontà, buona determinazione. Si è allenato praticamente questa settimana e ha l’entusiasmo giusto. Gli ospiti spero assistano ad una bella partita.
Su Sensi
Nessun rimpianto. Il mercato non è competenza mia. Amo i calciatori che alleno e non mi interessano quelli che non sono a mia disposizione.
Sulla grande presenza di tifosi a San Siro
Noi tutti, io in primis non dobbiamo mai dimenticare che rappresentiamo un milione di tifosi. Il vero patrimonio, la vera risorsa sono i tifosi. In assoluto e poi tutte le altre cose. So cosa significa poter regalare una gioia ai nostri tifosi nella vittoria di un derby. L’ho vissuta in passato ma dura un’ora. Non riesco a godere delle vittorie o delle grandi partite ma è una forma mia caratteriale. I tifosi trasmettono, capisco quale sia l’importanza di una partita di questo livello per i tifosi.
Sul derby come crocevia in termini di consapevolezza
Partita che pesa prima, durante e dopo ma non rappresenta il crocevia. Siamo alla quarta giornata c’è da scalare tanto.
Su Donnarumma e Romagnoli
Ci sono tanti uomini spogliatoio. I ventunenni devono acquisire una consapevolezza migliore dell’ambiente Milan. Tutti coloro che sono già stati al Milan sono tutti leader. Gigio è uno di quelli come Romagnoli.
Termina qui la conferenza stampa di Marco Giampaolo